Flavonoidi: cosa sono e dove si trovano
Cosa sono i flavonoidi?
I flavonoidi sono composti di polifenoli presenti in tutte le piante, fra cui le canapacee.
I polifenoli sono nient’altro che composti organici di origine vegetale con una considerevole azione antiossidante. I flavonoidi si possono trovare in ogni parte della pianta, soprattutto nei frutti e nelle foglie.
I flavonoidi sono coloro i quali conferiscono una particolare colorazione a una pianta. Grazie alla loro azione, le piante possono proteggersi dai parassiti e attrarre, invece, gli insetti impollinatori, come le api.
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha fatto emergere varie possibili applicazioni dei flavonoidi nell’ambito della salute umana, come componente di prodotti medicinali o cosmetici. Il motivo di questo crescente impiego è dovuto a un insieme di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimutageniche che sono state scoperte nel corso degli anni.
L’universo dei flavonoidi: tipologie e differenze
A oggi, i flavonoidi che sono stati individuati sono più di 6.000 ma si stima che, in natura, ce ne siano più di 10.000. I flavonoidi, in genere, si possono suddividere in due gruppi principali, a loro volta categorizzati in vari sottogruppi.
È così che i 2-fenilcromani raggruppono i flavonoidi, i flavanoni, i flavoni, i flavonoli, i flavan-3-oli e le antocianidine mentre i 3-fenilcromani includono gli isoflavonoidi fra cui gli isoflavoni, gli isoflavani e gli ptertocarpani. Ognuno di questi sottogruppi comporta diverse caratteristiche e differenti benefici.
I flavoni sono composti riconosciuti come antiossidanti. La categoria include anche la luteolina (facilmente rintracciabile nel tarassaco, nella salvia e nel timo), un flavone dalle interessanti applicazioni mediche, e l’apigenina, un potente inibitore dell’enzima responsabile del metabolismo di molti farmaci. Si possono trovare in varie erbe, tra cui il prezzemolo e il peperoncino.
Le antocianidine sono associate alla salute cardiaca e giocano un ruolo nella prevenzione di diabete e obesità. Tra esse si possono trovare la malvidina, la pelargondina, la peoidina e la cianidina. Le antocianidine in genere si trovano in vari tipi di bacche (rosse, blu e viola), nell’uva, nel vino rosso, nelle prugne e nei melograni.
I flavanoni hanno una generale attività antiossidante e antinfiammatoria e vengono utilizzati anche per il benessere cardiovascolare. Si trovano in abbondanza negli agrumi. Tra i più “famosi” si possono trovare la esperetina, l’eriodictiolo e la naringenina, quest’ultima particolarmente presente nel pompelmo.
Gli isoflavoni comprendono la genisteina, la gliciteina e la daidzeina. Gli isoflavoni sono ben presenti nella soia e nei prodotti a base di soia, nonché nei legumi. Sono fitoestrogeni, il che significa che sono sostanze chimiche che agiscono in maniera simile agli estrogeni ormonali. Gli scienziati sospettano che possano essere utili nel ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare tumori legati agli ormoni. Al momento, però, non ci sono ancora studi che confermino questa azione e il loro effetto non è ancora chiaro. Gli isoflavoni sono anche studiati per un loro possibile ruolo nell’intervenire sui sintomi della menopausa.
Cipolle, porri, cavoli, cavoletti, broccoli, mele e varie bacche sono una risorsa preziosa di flavonoli. Il sottogruppo comprende la quercetina e il kaempferolo, quest’ultimo particolarmente studiato per sostanziosi indizi che li indicano come una sostanza in grado di intervenire su vari tipi di tumore. Le loro potenti proprietà antinfiammatorie e antiossidanti hanno attratto da tempo l’interesse della comunità scientifica.
Sono stati individuati ben tre tipi di flavanoli (da non confondersi con i flavonoli: una piccola, ma grande, differenza!), i monomeri, i dimeri e i polimeri. I flavanoli sono abbondanti nel tè, nel cacao, nelle bacche, nell’uva, nel vino e nelle fave. I flavanoli vengono studiati per i possibili impieghi per la salute neurologica e cardiovascolare.
I flavonoidi caratterizzano tutte le piante. Quella di cannabis non fa differenza. I suoi flavonoidi interessano la scienza e la salute per vari scopi e motivi.
I flavonoidi nella cannabis
I flavonoidi della pianta di cannabis si possono rintracciare in fiori, foglie e stelo e – a secco – costituiscono circa il 2,5% della pianta. I principali flavonoidi presenti nella pianta di cannabis sono le cannaflavine A, B, e C, il β-sitosterolo, la vitexina, la isovitexina, l’apigenina, il campferolo, la quercetina, la luteolina e l’orientina. Questi flavonoidi donano alla pianta di cannabis il suo colore caratteristico e, assieme ai terpeni, sono i responsabili del suo profumo più o meno intenso e di diversa tipologia. Le cannaflavine esercitano un’azione antinfiammatoria, il β-sitosterolo, invece, ha suscitato interesse per la possibilità che aiuti a ridurre il colesterolo. La quercetina si può trovare anche in moltissime altre specie vegetali: ne sono ricchi i biancospini e anche la camomilla. È un potente antiossidante e le sue proprietà vengono studiate anche in ambito oncologico.
I flavonoidi della pianta di cannabis meritano senza dubbio una maggiore attenzione da parte del mondo della ricerca scientifica. L’interazione tra flavonoidi, principi attivi della pianta di cannabis (in particolar modo il cannabidiolo CBD e il THC) viene studiato per comprendere al meglio il cosiddetto effetto entourage: l’azione completa di tutte le componenti di una pianta (in questo caso di cannabis) e non delle sue sostanze costitutive prese separatamente.
Ad esempio, è noto che il cannabidiolo (CBD) sia in grado di modulare positivamente gli effetti del THC, al livello della barriera emato-encefalica. I flavonoidi potrebbero avere un ruolo sinergico capace di migliorare questo processo, rendendolo maggiormente efficace. Tuttavia la ricerca scientifica deve ancora approfondire questo legame e saranno necessari ulteriori studi, mirati a rendere scientificamente evidenti le già apprezzate qualità dei flavonoidi. Uno dei settori dove i flavonoidi potrebbero dimostrarsi più utili è quello dello sport e della prevenzione dagli infortuni.
Flavonoidi e sport
Svolgere un moderato esercizio fisico ogni giorno è cosa buona e giusta e preserva il fisico da molte possibili patologie. Tuttavia, un esercizio fisico più o meno impegnativo, può esporre a un rischio proporzionale di infortunio. Il corpo può essere soggetto a stress ossidativo, infiammazioni e danni muscolari.
Recenti studi si sono concentrati nell’indagare il ruolo protettivo che potrebbero avere i flavonoidi, soprattutto se associati ad altre sostanze.
I flavonoidi come quercetina e le catechine potrebbero avere effetti positivi sullo stress ossidativo e su possibili infortuni muscolari. Nel caso della cannabis il già citato effetto entourage potrebbe comportare veri benefici, dato che un flavonoide come la quercetina è ben presente nella pianta. Il cannabidiolo – e le sue proprietà distensive e antinfiammatorie – andrebbe “a braccetto” con i flavonoidi responsabili delle azioni antiossidative.
Fonte: enecta.it